L’ipocondria è una condizione psicologica caratterizzata da forte preoccupazione nei confronti del proprio stato di salute. Il paziente che soffre di ipocondria, in altre parole, interpreta in maniera errata le proprie sensazioni corporee. Si può arrivare persino a credere ogni volta di soffrire di una diversa malattia, nonostante le continue rassicurazioni mediche. Per questo, chi soffre di ipocondria accusa sintomi d’ansia e di paura che interferiscono in maniera significativa con la qualità di vita del paziente.

In che cosa consiste l’ipocondria

Una persona che soffre di ipocondria ricerca continue rassicurazioni mediche circa il proprio stato di salute. L’ansia di malattia di cui soffre, però, gli causa sempre un’insoddisfazione rispetto ai riscontri medici ricevuti, che lo spinge a ricercare ulteriori consulti. In particolare, l’ipocondria riguarda varie sensazioni che il paziente tende a controllare ed esaminare ripetutamente:

  1. funzioni corporee: battito cardiaco, respirazione, vista, udito;
  2. alterazioni fisiche di lieve entità: allergie, piccole ferite, rigonfiamenti;
  3. sensazioni fisiche indistinte: articolazioni doloranti, cuore affaticato, respiro pesante, stanchezza;
  4. organi specifici: cuore, stomaco.

Il paziente ipocondriaco attribuisce un’errata interpretazione ai segnali del proprio corpo, sovrastimando la portata dei sintomi e il conseguente significato conferito. La rassicurazione medica non sortisce mai alcun effetto positivo, ma anzi amplifica l’ansia di malattia e i sintomi dell’ipocondria. Tutto ciò spinge la persona  a sottoporsi a continui accertamenti al fine di confermare le proprie preoccupazioni.

I sintomi ipocondriaci aumentano nel momento in cui la persona che ne è affetta viene a conoscenza di persone che si sono ammalate di ciò di cui lei stessa teme. Tali informazioni amplificano ancora di più i sintomi dell’ipocondria, al punto che le malattie temute divengono per il soggetto un elemento focale dell’esistenza, attorno a cui ruoteranno conversazioni, comportamenti e pensieri. Questa sintomatologia può comportare, inoltre, una tendenza all’isolamento per il timore di non essere compresi nella sofferenza che si sta provando. Condizione che non farà altro che peggiorare la sintomatologia ipocondriaca accusata, causandone un possibile peggioramento.

Nell’ipocondria il paziente interpreta e sovrastima le proprie sensazioni corporee, convincendosi di essere affetto da malattie ogni volta diverse.

Da cosa è causata l’ipocondria

La sofferenza ipocondriaca non è assimilabile a una malattia fisica vera e propria, ma a una condizione psicologica autolimitante che porta il soggetto a interpretare in maniera errata i propri sintomi corporei. Il paziente ipocondriaco ha un’immagine di sé fragile, vulnerabile e debole, attorno a cui costruisce il senso della propria identità psicologica e corporea che non può che sfociare nella stessa ipocondria.

In genere, le cause dell’ipocondria sono da rinvenire nella prima infanzia, in particolare nelle relazioni con le figure significative di riferimento. La figura di attaccamento principale del futuro ipocondriaco, infatti, attua atteggiamenti e comportamenti iperprotettivi, trasmettendo al bambino ansia e insicurezza. Quest’ultimo, da parte sua, sarà allora portato a costruirsi un’immagine di sé caratterizzata da preoccupazione e ansia costante nei confronti del proprio stato di salute. Nel corso della vita, di conseguenza, il paziente ricercherà figure affettive che gli ricorderanno l’atteggiamento iperprotettivo dell’attaccamento originario. Ciò non farà altro che confermare in lui quell’identità che nel tempo si è costruito e che degenererà in sintomi ipocondriaci dettati da insicurezza, fragilità, preoccupazione e continua ricerca di conforto.

Le cause dell’ipocondria, pertanto, vanno ricercate anche e soprattutto nell’incapacità di adattarsi al contesto sociale di appartenenza. In altre parole, l’ipocondriaco ha imparato che solo preoccupandosi del proprio stato di salute può ottenere affetto e attenzione dagli altri, proprio come la “madre iperprotettiva” faceva nei suoi confronti quando egli era bambino. Nell’ipocondria, quindi, la ricerca di continue rassicurazioni mediche, non è altro che la richiesta di sollievo di fronte a un’estrema solitudine interiore.

L’ipocondria non è altro che l’espressione di un’estrema solitudine provata interiormente dal paziente, confermata dalla continua ricerca di rassicurazioni mediche sul proprio stato di salute. 

Come si cura?

Per comprendere come si cura l’ipocondria, occorre specificare che con tale termine facciamo riferimento a una vasta gamma di disturbi che differisce in termini di caratteristiche e gravità. In alcuni casi si tratta di sintomi lievi e trascurabili, in altri di sintomi ben più gravi che possono ridurre la qualità di vita del paziente. Spesso, peraltro, i pazienti sono consapevoli dell’alterazione interpretativa dei sintomi accusati, ma al contempo non riescono a fermare l’ansia della malattia provata.

Appurato dunque che non siamo in presenza di disturbi medici, il trattamento elettivo è la psicoterapia. Poiché il paziente ipocondriaco tende a confermare la propria fragile identità attraverso la ricerca di continue rassicurazioni, lo scopo della psicoterapia è spezzare tale viziosità. Le rassicurazioni mediche, infatti, non sono altro che palliativi rispetto all’ansia provata, che causano una scomparsa dei sintomi ipocondriaci soltanto temporaneamente, inasprendoli nel lungo termine. L’intervento psicologico, di conseguenza, si orienta a una cura totale della persona, che parte dall’identità del paziente.

In tal senso, la psicoterapia della gestalt opta per una sorta di “risveglio” dell’individuo, attraverso un lavoro approfondito su se stesso che miri a comprendere natura, funzioni e bisogni reali del paziente, di cui la paura della malattia e i sintomi ipocondriaci accusati non sono altro che un’implicita espressione. Il percorso psicoterapeutico si traduce nel dare un senso all’identità del soggetto, affinché egli possa mobilitare le risorse di cui dispone e sviluppare una nuova immagine di sé, lontana dall’iperprotezione e fragilità ipocondriaca cui è stato per anni abituato.

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