“Avrò chiuso il gas?”, “avrò chiuso la porta di casa?”, “sarò gay?”, “potrei bestemmiare in chiesa”, “potrei farmi del male”, “potrei fare del male a qualcuno”, “potrebbe succedere qualcosa di brutto ai miei cari” sono solo alcuni dei fastidiosi pensieri che assediano la mente delle persone che vivono un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).
Spesso il DOC si manifesta come un dubbio, intrusivo e ripetitivo a cui la persona non riesce a dare una risposta e seppure si riesca ad ottenere una risposta o una rassicurazione dalle altre persone, nella maggior parte dei casi, non si placa il disagio.
Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo o DOC?
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è caratterizzato da Ossessioni in alcuni casi accompagnate da Compulsioni.
Le Ossessioni possono presentarsi sottoforma di pensieri, impulsi o “spinte”, immagini ricorrenti e persistenti che vengono vissuti, in alcuni momenti del disturbo, come intrusivi e indesiderati e che possono causare notevole ansia e disagio nella persona che li sperimenta, tanto da portare chi le vive a cercare di evitarli, ignorarli, sopprimerli o di “neutralizzarli” attraverso la messa in atto di Compulsioni.
Le Compulsioni sono comportamenti (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, ripetere parole mentalmente) volti a prevenire o ridurre l’ansia e il disagio in situazioni temute, che la persona si sente obbligata a mettere in pratica in seguito ad un’ossessione, secondo precise regole che devono essere applicate rigidamente. Tuttavia, questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi. Seppure messi in atto per ridurre l’ansia in realtà non fanno altro che esacerbarla, creando un circolo vizioso.
Cosa comportano le Ossessioni e le Compulsioni?
- Entrambe fanno consumare tempo, implicano un dispendio di tempo ed energie della persona
- Possono causare un forte disagio
- Possono interferire con la vita della persona, ad esempio sul piano lavorativo, sociale, sessuale, ecc.
Nel DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) si distingue il livello di consapevolezza: Si parla di insight buono, quando si riconosce che le credenze, i pensieri e le idee sono sicuramente o probabilmente irrazionali e non veri; si definisce con scarso insight quando la persona pensa che le credenze siano probabilmente vere; con assente insight quando non si riconoscono le ossessioni come eccessive o irragionevoli, false. In alcuni casi quindi chi vive questo disagio è consapevole che i pensieri e le azioni messe in atto sono irrazionali e/o esagerati ed è per questo che si attiva una vera e propria lotta interna, in altri casi lo si è di meno ma non per questo si sperimenta minor disagio.
Da cosa nasce il DOC? Quali sono cause?
Secondo una lettura psicodinamica, il DOC ha origine da conflitti inconsci, che coinvolgono sentimenti di repulsione, proibizione, colpa e paura di punizione. Questi conflitti possono provocare un intenso disagio tale da portare alla produzione di un sintomo o comportamento che rappresenta il miglior compromesso possibile, il miglior adattamento della persona ad una condizione che sarebbe ben più dolorosa e inaccettabile.
È possibile che tali sintomi emergano in seguito ad eventi, come ad esempio lutti e perdite, che abbiano in qualche misura “precipitato” o inasprito la propria condizione e che abbiano fatto leva su dinamiche di controllo, di colpa e di vergogna.
In ambito cognitivista si presuppone, invece, che le Ossessioni abbiano origine nella tendenza ad attribuire un significato negativo al pensiero indesiderato che in altra persone non desterebbe disagio. In tale visione ci sarebbero dei bias cognitivi, come ad esempio “devo avere sempre il controllo di me, così come dei miei pensieri ed emozioni”, “non c’è differenza tra ciò che si pensa o ciò che si fa, “se ho determinati pensieri vuol dire che potrei metterli in atto realmente”.
Il contenuto o tema delle ossessioni
Esistono svariate manifestazioni del disturbo che si distinguono per il tema centrale delle ossessioni, tanto che oggi in ambito clinico spesso si parla di Disturbi Ossessivo-Compulsivi.
Il contenuto di Ossessioni e Compulsioni varia da individuo a individuo ma tra le più comuni troviamo:
- La pulizia (con ossessioni di contaminazione e compulsioni di pulizia).
- La simmetria delle cose (ossessioni di simmetria con compulsioni di ripetizione, ordine e conteggio).
- Pensieri proibiti e tabù (con ossessioni aggressive, sessuali,e religiose con compulsioni varie)
- Danno (con timore di danno a se o agli altri e compulsioni di controllo.
- Accumulo
Ossessioni di Contaminazione (Washers e Cleaners)
Il sottotipo caratterizzato dalla paura di contaminazione è il più frequente e diffuso. Si caratterizza per il timore eccessivo legato al venire in contatto diretto (“contaminazione da contatto”) con sporco e agenti patogeni e di conseguenza alla possibilità di venirne contaminati, accompagnato da comportamenti compulsivi, quali, ad esempio, la detersione frequente delle mani o di altre parti del corpo, pulizie di oggetti o indumenti, controlli ed evitamenti, e/o comportamenti che sono finalizzati ad annullare o ridurre il contatto con superfici potenzialmente contaminante (uso di guanti, evitare di toccare oggetti).
Oltre che la Contaminazione da contatto è possibile sperimentare la cosiddetta “contaminazione mentale”, generata da immagini mentali, ricordi, pensieri associati alla sensazione di uno “sporco interiore”, che non prevedono quindi un contatto fisico con qualcosa o qualcun*, e che generano una sensazione pervasiva di disgusto più che una paura di venire contaminati, generata e accompagnata da sentimenti di colpa, ansia e vergogna.
In alcune ricerche è emerso come quest’ultimo fenomeno sia spesso associato a Sintomi Post Traumatici, ivi compresi quelli conseguenti a traumi di natura sessuale, in cui la persona si è sentita violata, indegna immorale, incapace di controllare la situazione e in colpa per l’accaduto.
Ossessioni di Ordine e Simmetria
Le persone con Disturbo Ossessivo caratterizzato da ordine e simmetria, sperimentano una necessità di uniformità, equilibrio ed esattezza, focalizzando la propria attenzione sulla posizione e simmetria di alcuni oggetti, abbigliamento o parti del corpo, come ad esempio i capelli.
La Compulsione che ne può derivare si esprime in comportamenti che consistono nell’organizzare, ordinare e riordinare in maniera esatta e precisa: sistemare gli oggetti fino a quando non rispettano una specifica logica o un ordine specifico (colore, grandezza, in fila ecc..),” ri”-pettinarsi i capelli più volte, ripetere attività routinarie come entrare e uscire da una porta. Può capitare di spendere anche molte ore in queste attività, tanto da interferire nelle normali attività della vita quotidiana.
Ossessioni di Ripetizione e Conteggio
Ci si sente costretti a ripetere alcune azioni come ad esempio, ri-scrivere un testo, ripetere una frase, contare oggetti, nel tentativo di scongiurare una situazione temuta, che non è logicamente connessa alle attività utilizzate per impedire che si verifichi l’evento immaginato.
Ossessioni sessuali e a carattere religioso
Le Ossessioni a contenuto sessuale, che rientrano nei cosiddetti “pensieri inaccettabili“, comprendono tutte le paure relative ai propri impulsi sessuali e alla loro natura come ad esempio:
- Dubbi di poter essere omosessuale-eterosessuale
- Paure di poter essere sessualmente “perversi” o aggressivi: timori di perdere il controllo e diventare sessualmente violento oppure attratti da oggetti o persone ritenuti socialmente non accettabili (pedofilia, necrofilia, ecc)
- Impulsi o immagini sessuali inaccettabili rivolti a membri della famiglia (incestuosi) o a figure religiose (blasfemi).
Nel caso specifico del disturbo che riguarda l’Orientamento Sessuale il DOC porta a dubitare di un aspetto che fa parte della propria Identità e questo anche indipendentemente dall’aver o meno avuto esperienze omosessuali.
La persona eterosessuale può indugiare in pensieri e nel domandarsi in maniera ripetitiva e non funzionale “sono gay/sono lesbica?“, andare alla ricerca di segnali provenienti da sé o dal mondo circostante che possano aiutarla a definirsi senza trovare mai una risposta. Il dubbio viene a volte aggravato dall’impressione di essere osservato dalle altre persone e dal pensiero di essere valutate per il proprio comportamento e/o aspetto, provando di conseguenza forte ansia all’idea di poter essere considerate omosessuali. Capita, cioè, di pensare e di aver paura che le persone intorno a sé si accorgano di qualcosa che le etichetti come omosessuali. Se la persona è omosessuale, allo stesso modo potrà essere ossessionata dal dubbio di una possibile eterosessualità.
Possono, inoltre, emergere nell’ambito del pensiero, alcune immagini mentali di parti del corpo o situazioni erotiche che causano estrema ansia o disagio, così come è possibile sperimentare anche sensazioni genitali piacevoli unite a emozioni di disgusto.
In questo caso, le compulsioni e le reazioni che ne derivano potranno essere varie come ad esempio, tentare di scacciare il pensiero, evitamento di luoghi o persone considerati in qualche modo pericolosi o che possano riportare alle mente tali pensieri, auto-osservarsi allo scopo di valutare ciò che erroneamente potrebbe essere un segnale di Eterosessualità-Omosessualità (modo di vestirsi, di parlare, di atteggiarsi, preferenze nelle attività), scambiando spesso ciò che è il ruolo di genere con l’Orientamento Sessuale, guardare materiale pornografico per verificarne le reazioni, leggere articoli o storie su internet nel tentativo di identificarsi, controllare le reazioni altrui, cercare, di continuo, rassicurazioni negli altri, evitare di stare vicino, toccare o sfiorare membri dello stesso sesso, ecc.
Il tentativo di controllare le proprie reazioni a membri dello stesso sesso o di quello opposto, ottengono solitamente un effetto paradosso con il risultato di confermare l’idea di avere preferenze sessuali diverse, o quantomeno di incrementare il dubbio. Allo stesso modo l’ansia provata in presenza di persone dello stesso sesso contribuisce ad alimentare ulteriori dubbi su se stessi.
Il DOC a carattere religioso è caratterizzato da ossessioni che hanno come tema principale la blasfemia, il peccato, la punizione, l’inferno, il concetto di giusto o sbagliato. La persona che ne soffre può ad esempio aver pensieri, immagini e impulsi che riguardano il mettere in atto comportamenti sacrileghi, pensieri contro Dio, e/o aver il dubbio di aver commesso un peccato o aver violato una legge divina. Le compulsioni che comunemente le accompagnano consistono nel pregare o confessarsi con una certa frequenza e ripetizione, richiedere continue rassicurazioni da parte di autorità religiose o fedeli; Ripetere mentalmente alcune frasi e/o di passaggi di un testo sacro; Lavarsi frequentemente con intento spirituale; Evitare luoghi e oggetti che rimandino al Diavolo o all’inferno; Evitare luoghi di culto per paura di essere blasfemi o oggetti religiosi per timore di essere sacrileghi.
Ossessioni di Danno e Compulsioni di controllo (Checking)
Chi soffre di un Disturbo Ossessivo Compulsivo di controllo ha paura di divenire responsabile, di eventi terribili (ad esempio, incendi o furti, ecc), di poter far del male a se stesso o agli altri direttamente o per propria negligenza. Ci si sente costretti a controllare ripetutamente, e senza una reale necessità, di aver chiuso il gas, porte e finestre, le portiere della macchina o la saracinesca del garage (per prevenire i furti), o l’armadietto dei medicinali; di non aver investito involontariamente qualcuno con la macchina, di non aver commesso errori nel proprio lavoro o di non aver sbagliato a compiere qualche azione ordinaria. Di solito anche dopo aver controllato la prima volta, emerge il dubbio di aver controllato o di aver controllato bene e ci si sente obbligati a controllare nuovamente. In altri casi si ripercorre col pensiero tutte le azioni compiute in un certo lasso di tempo, per r-assicurarsi di averle svolte correttamente. Può capitare che nel tentativo di trovare un po’ di sollievo si preferisca chiedere ad altri di svolgere compiti e azioni al proprio posto.
In altri casi si teme di perdere il controllo e di far del male a qualcuno, con conseguenti evitamento di situazioni nelle quali si corre tale rischio o tentativi di sopprimere il pensiero o neutralizzarlo con pensieri positivi. Ci si può immaginare ad esempio in situazioni nelle quali si aggredisce qualcuno o si fa del male a se stessi. Ciò accade in persone con bassi livelli di impulsività e che non agirebbero il loro pensiero “aggressivo” o violento.
In altri casi ancora, l’ossessione consiste in pensieri e immagini di sé impegnati in atteggiamenti e comportamenti imbarazzanti (ad esempio fare affermazioni oscene o denudarsi in pubblico.
Ossessioni di accumulo/accaparramento (Hoarding)
Tale disturbo si caratterizza per la presenza di un’ossessione piuttosto rara che porta a conservare ed accumulare oggetti insignificanti e non utili come ad esempio vecchie riviste, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote), per la paura di liberarsi di qualcosa che “un giorno o l’altro potrebbe servire..”
Le ossessioni sono connotate dunque dalla paura di buttare via gli oggetti, anche inutili e dal disagio prodotto da spazi vuoti nella propria casa con conseguente dal bisogno di riempirli, e dal piacere di collezionare oggetti, usati e non. Le Compulsioni di accumulo possono variare dall’acquisto di più pezzi dello stesso oggetto al conservare oggetti acquistati e mai utilizzati, al raccogliere da terra oggetti usati o inutilizzabili, conservandoli nella propria. Le persone affette da questo tipo di DOC non si rendono conto, se non parzialmente, dell’eccesso nell’accumulo ma anzi sono spesso orgogliose delle proprie collezioni.
LA TERAPIA
Il Doc può essere trattato con la Psicoterapia individuale, in alcuni casi affiancata da una terapia farmacologica.
Innanzitutto è bene interrompere il circolo vizioso delle Compulsioni che portano ad aumentare ed alimentare l’ansia e le ossessioni stesse. L’evitamento continuo delle situazioni temute porta infatti ad una sorta di assuefazione che si traduce in un accrescimento degli stimoli ansiogeni. Imparare a tollerare le proprie paure è un primo passo fondamentale nel trattamento.
Altro passo fondamentale è imparare che ciò che riguarda il pensiero non coincide con ciò che realmente facciamo, faremo o desideriamo e che quindi pensare non è pericoloso.
Solo successivamente si potrà indagare il senso e la funzione che i sintomi assumono soggettivamente e unicamente nella vita della singola persona, lavorare affinché affiorino i sentimenti alla base del disagio, che potranno essere di delusione, di rabbia e dolore, di colpa, nonché approfondire le dinamiche e i conflitti emergenti.