La presenza del contatto oculare nel bambino e le reazioni dell’adulto influenzano lo sviluppo delle capacità linguistiche
Una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Journal of Developmental Science ha preso in esame alcuni elementi che sarebbero in grado di predire l’andamento dello sviluppo del linguaggio nell’infanzia. Il gruppo di ricercatori ha infatti analizzato, dopo aver videoregistrato gli scambi spontanei tra adult* e bambin* nelle proprie case, le vocalizzazioni, gli sguardi, i gesti e i comportamenti di un gruppo di bambini e bambine e le reazioni dei loro caregivers (quelle persone che si occupano in maniera prevalente del bambino) prima della comparsa delle prime parole.
I bambini che usano frequentemente il contatto oculare e le vocalizzazioni nello scambio con l’adulto avrebbero, seguendo i risultati di questa ricerca, una maggiore probabilità di sviluppare capacità linguistiche più elevate.
Il miglior predittore dell’ampiezza del vocabolario è risultato l’uso delle vocalizzazioni accompagnata dallo sguardo rivolto in direzione del volto del genitore. Il beneficio era inoltre maggiore se tali comportamenti erano seguiti dalla risposta del caregiver.
Secondo i ricercatori la capacità delle persone, che si prendono cura della/del bambina/o, di porre attenzione, riconoscere, e rispondere ai tentativi del bambino di comunicare impatta positivamente con le sue possibilità di apprendimento. In presenza di questi comportamenti interattivi il vocabolario dei bambini presentava infatti in media ben 30 parole in più.
Ciò che è utile sottolineare, e questa ricerca lo dimostra, è che bambine e bambini provano a comunicare molto prima di quanto siamo abituati a pensare, sicuramente prima della comparsa delle prime parole, e che la qualità d’interazione adulto/bambino, più che la frequenza dello stimolo verbale, è un elemento cruciale.