Siamo abituati a sentir dire che essere genitori è una cosa meravigliosa. Ed è vero: è proprio così. Al contempo, però, abbiamo imparato, anche se tendiamo a non dirlo, che può essere un’esperienza altrettanto stressante: del resto, è o non è il mestiere più difficile del mondo? Talmente complicato da aver richiamato l’attenzione della scienza, che non manca di occuparsene.
Si parla di Burn-Out Genitoriale o Stress Genitoriale quando ci si trova di fronte ad un esaurimento vorticoso legato proprio al ruolo genitoriale, che determina un allontanamento emozionale dai propri figli. Le conseguenze emotive sono davvero gravose con l’onnipresente senso di colpa e di frustrazione, che porta a ritenersi incapaci di essere buoni genitori.
Lo stress della vita quotidiana
La quotidianità di ognuno di noi è scandita da doveri, impegni, orari e scadenze da rispettare. Ciò che può apparire come piccolo problema della vita abituale, se non addirittura conditio sine qua non della genitorialità (preparare i bambini per la scuola, aiutarli a fare i compiti e, nel caso dei bambini più piccoli, vestirli e lavarli; gestire i conflitti tra fratelli e sorelle e chi più ne ha, più ne metta) è invece fattore di stress acuto che va a sommarsi giorno dopo giorno. E che, naturalmente, si aggrava qualora esistano anche elementi di stress cronico, come, ad esempio, la presenza di una malattia o di problemi comportamentali.
Cos’è il Burn-out genitoriale
Il BURN-OUT GENITORIALE è uno stato di intensa prostrazione legata al ruolo parentale che deriva da uno squilibrio cronico tra risorse genitoriali ed eventi stressanti oltre che tra le necessità del genitore e le risorse disponibili. Crea un distacco emozionale e un senso di incapacità rispetto al fatto di essere un buon genitore. Ci si sente letteralmente prosciugati e sempre più lontani dai propri figli, meno coinvolti nella relazione, mentre le interazioni si limitano per lo più ad aspetti strumentali (faccio la spesa per te, ti faccio fare i compiti, cos’altro devo fare???) a discapito della partecipazione affettiva. È come se si perdesse il piacere fine a se stesso di vivere i figli ed è pertanto inevitabile sentirsi addirittura cattivi. Non stiamo ovviamente parlando di uno Stress ordinario ma, piuttosto, di una risposta prolungata ad uno stress cronico che non risulta necessariamente correlato ad altre fonti: si può, ad esempio, essere fortemente logorati dal lavoro senza che questo intacchi la relazione con i figli e viceversa.
COSA RENDE VULNERABILE IL GENITORE?
Ad oggi, le ricerche sul Burn-out dei genitori cercano di capire cosa maggiormente esponga i genitori a questo pericolo. Elementi di rischio sono:
– ambire ad essere genitori perfetti;
– caratteristiche nevrotiche;
– difficoltà a gestire le proprie personali emozioni;
– mancanza di supporto emotivo o pratico;
– sistemi educativi non adeguati;
– la presenza di figli con necessità speciali;
– un lavoro part-time o, peggio, la dedizione ai soli lavori domestici.
Quando lo stress diventa troppo
Se lo stress di per sé è un evento fisiologico, esso può però, a lungo andare, produrre effetti negativi sulla salute psicofisica, soprattutto nel momento in cui mancano le risorse necessarie per farvi fronte o quando l’evento stressante si protrae nel tempo. Ecco, è qui che il burnout genitoriale può affacciarsi nelle nostre vite. NOSTRE. Perché nessuno di noi può considerarsi esente da tale insidia.
Quali conseguenze per lo stress genitoriale?
Nell’ambito della genitorialità possiamo immaginare delle conseguenze sia per il genitore che per la famiglia.
La letteratura scientifica ci suggerisce che si associa a :
– sintomi depressivi
– comportamenti di dipendenza
– conflitti di coppia
– disturbi del sonno
Si è visto anche che il burnout genitoriale incrementa:
– desiderio di fuga;
– abbandono;
– negligenza nei confronti del minore, che può anche, nei casi più estremi, sfociare in violenza.
Burn-out Genitoriale e Covid 19
I grandi cambiamenti nello stile di vita hanno comportato un aumento dello stress in generale e hanno avuto una grande ripercussione sulla genitorialità, aumentando notevolmente il rischio dell’insorgenza del burnout. I genitori, oltre a rimanere tali, sono chiamati a ricoprire contemporaneamente altri ruoli: sono insegnanti, nonni, compagni, amici. Questo surplus è stato riconosciuto, già prima della pandemia, come alto fattore di rischio. L’acquisizione di tale consapevolezza è fondamentale; altrettanto importante è considerare che gli effetti dell’attuale pandemia da COVID-19 potrebbero persistere anche per molto tempo.
Trattamento del Burn-out Genitoriale
Le ricerche scientifiche consigliano di lavorare su più fronti:
– aumentare le competenze genitoriali e soprattutto ridurre la discrepanza tra richieste (dell’ambiente esterno ma anche bisogni del genitore) e risorse disponibili;
– migliorare la qualità dell’interazione genitore-figli e della famiglia in generale;
– lavorare attraverso l’ascolto attivo: partecipazione, condivisione dell’esperienza volte a favorire l’emergere dei sentimenti di autostima e autoefficacia.
Se ti senti stressato/a, se ti senti emotivamente distante, se, a volte, hai pensato di lasciare tutto e andare via, chiedi aiuto a Psicologi esperti/e che sapranno sostenerti e fornirti gli strumenti giusti per uscire indenne da questo momento difficile. Piuttosto che sentirti sbagliato prova ad essere più indulgente nei tuoi confronti, a prenderti meno sul serio, ad avere più cura di te stesso. Per essere un genitore «sufficientemente buono», infatti, è necessario essere un genitore in salute. E, se stai leggendo questo articolo, sappi che probabilmente è perché ti sei sacrificata/o fino all’osso, dimenticandoti di te. Ed è proprio da qui che si riparte: da se stessi!
Per concludere
Essere genitore è un’esperienza significativa e gratificante quando si possiedono le risorse sufficienti per affrontare lo stress che ne deriva. Quando, però, i fattori di stress superano le risorse, gli effetti possono essere dannosi per sé (in termini di ideazione di fuga, che incrementa pensieri di allontanamento e, in alcuni casi, anche di suicidio) e anche per i bambini (in termini di negligenza, abbandono, abuso e violenza) che potrebbero pagarne a vita le conseguenze. Ma ricordati: puoi scegliere. E non essere sole/i in questo cammino!